Dosi per: 10
125 gr. semolino
750 ml latte intero
200 ml acqua
40 gr. strutto o burro
3/4 uova
250 gr. di zucchero
5 gr. sale
1 n° buccia limone
1 n° buccia arancia
5 gr scorza grattugiata arancio
10 gr. liquore strega
3 gr fior d’arancio (facoltativo)
Esecuzione:
Versare l’acqua e il latte in una pentola, il burro o strutto e la scorza di limone e arancia.
Portare ad ebollizione, togliere le bucce, abbassare la fiamma e incorporare a pioggia il semolino con una frusta.
Fare bollire per circa 5 minuti mescolando di continuo con il cucchiaio, spegnere la fiamma e lasciare intiepidire.
A parte lavorare le uova con lo zucchero.
Unire i due composti, con tutti gli aromi e mescolare fino a formare un composto cremoso.
Imburrare una teglia dai bordi bassi, e versare il composto al suo interno, non deve superare lo spessore di 2,5 o massimo 3 cm.
Spolverizzare sulla superfice con fiocchi di burro.
Infornare il migliaccio a 160° per 40/50 minuti circa o fino a che non avrà un colore bruno.
Lasciate raffreddare per circa due ore, con una spolverata di zucchero semolato, è preferibile mangiarlo dopo le 240re.
Tagliare il Migliaccio a fette e servite, con zucchero semolato.
Note:
Un dolce partenopeo preparato in occasione del Carnevale insieme alle chiacchiere e al sanguinaccio, una torta che deve il suo nome alle sue umili origini preparata con la farina di miglio ma che adesso è stata di gran lunga sostituita con il semolino. Esistono tantissime versioni, che si tramandano di famiglia in famiglia, quella semplice e povera era preparato con il semolino, la versione moderna viene arricchita con l’aggiunta di ricotta di pecora.
Ha origini medievali, dall’anno mille. La parola deriva dal latino miliaccium che indica un tradizionale pane di miglio. In effetti nel XVIII secolo questo termine suggeriva anche una particolare torta contadina tipica napoletana (e toscana) fatta con miglio e sangue di maiale.



Lascia un commento