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LA MIA CUCINA

Cavatelli con zucca serviti su crema di porro

Dosi per: 10

500 gr zucca
800 gr pasta fresca cavatelli molisani (500 gr semola, 200 gr acqua e sale)
10 gr aglio
100 ml olio d’oliva
100 ml vino bianco
10 gr prezzemolo tritato
100 gr pecorino sardo grattugiato

Crema di porri:
500 gr porri puliti e tagliati
100 gr patate tagliate a cubetti
100 gr panna da cucina
100 gr burro
300 gr brodo vegetale
50 gr vino bianco

Esecuzione:

Zuppa di zucca con cavatielli:
Tagliare la zucca a cubetti. Nella pentola rosolare la zucca con olio e aglio.
Bagnare con vino bianco e fare sfumare. Aggiungere acqua fredda a coprire la zucca.
Portare a bollitura a fuoco vivace. Abbassare la fiamma e cuocere per 20 minuti.
Rabboccare con acqua se il liquido si riduce. Salare e cuocere i cavatelli nella zucca.

Crema di porri:
rosolare i porri con le patate, bagnare con vino bianco.
Dopo che evapora il vino versare il brodo e lasciare cuocere per 20 miniti.
Frullare il tutto con un mix ed incorporate la panna. Riscaldate la crema a fuoco lento.

Assemblaggio:
disporre la crema di porro nel piatto, adagiare al centro la zuppa di cavatielli e servire a tavola con pecorino e olio piccante.

Vino:

Cantina Piero Mancini: Vermentino di Sardegna è un vino bianco a Denominazione di Origine Controllata ottenuto da uve Vermentino.

Note:

I Cavatelli o “cavatielle” in dialetto molisano, sono degli gnocchetti di semola, fatti con acqua tiepida e un pizzico di sale, realizzati rigorosamente a mano e incavata con un dito. Rappresentano il piatto principe della cucina del Molisana. I cavatelli sono considerati uno dei formati di pasta più antichi insieme alle lagane che appartengono al gruppo delle “paste trascinate” paste incavare, cioè il pezzetto di pasta trascinato con uno o più dita sulla spianatoia.
Presenti in tutto il Molise, hanno trovato gloria e diffusione in gran parte del Meridione, a partire dai confinanti Abruzzo e Puglia, la Basilicata, alcune aree della Campania e Sicilia. Il nome di questa pasta può cambiare a seconda dell’area in cui è prodotta, ma il concetto di base rimane: Capunti o Strascinati in Puglia e Basilicata, Crusicchi o Cecaruccoli in diversi comuni della Campania.
La loro origine resta sconosciuta ma antichissima, si risale all’Impero di Federico II, se ne hanno le prime documentazioni in Puglia, dove compaiono sotto il nome di croseti “rotondi e oblunghi che vanno calcati con un dito per ottenere forma incavata”.

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